Fedeltà del Suono 257 – Maggio 2017

La musica che gira intorno

 

Per niente facili

uomini così poco allineati

li puoi chiamare ai numeri di ieri

se nella notte non li avranno cambiati

 

Per niente facili

uomini sempre poco allineati

li puoi pensare nelle strade di ieri

se non saranno rientrati

 

Sarà possibile sì

incontrarli in aereo

avranno mani e avranno faccia di chi

non fa per niente sul serio

 

Perché l’America così come Roma

gli fa paura

e il Medio-Oriente che qui da noi

non riscuote nessuna fortuna

 

Sarà la musica che gira intorno

quella che non ha futuro

Sarà la musica che gira intorno

saremo noi che abbiamo nella testa

un maledetto muro.

 

Ma uno che tiene i suoi anni al guinzaglio

e che si ferma ancora ad ogni lampione

o fa una musica senza futuro o

non ha capito mai nessuna lezione

 

Sarà che l’anima della gente

funziona dappertutto come qui

Sarà che l’anima della gente

Non ha imparato a dire ancora un solo sì

 

Sarà la musica che gira intorno

quella che non ha futuro

Sarà la musica che gira intorno

saremo noi che abbiamo nella testa

un maledetto muro.

 

Per niente facili

uomini così poco allineati

li puoi chiamare ai numeri di ieri

se nella notte non li avranno cambiati

 

Per niente facili

uomini sempre poco affezionati

li puoi tenere fra i pensieri di ieri

se non ci avranno scordati

 

Sarà la musica che gira intorno

quella che non ha futuro

Sarà la musica che gira intorno

saremo noi che abbiamo nella testa

un maledetto muro.

 

“La musica che gira intorno”

Ivano Fossati

 

 

Questo mese permettetemi di giocare un po’ tra le mie due riviste: Fedeltà del Suono e Costruire HIFI.

Su entrambe ho citato questa bellissima canzone di Fossati: su Costruire HIFI ho intitolato l’editoriale “Per niente facili”, intendendo i lettori di CHF che non sono per niente facili…da accontentare! Giustamente esigenti, come lo siete d’altronde anche voi, visto che ogni mese spendete 6,50 Euro per comprare questa rivista e che vi aspettate molto da noi. Grazie a loro come a voi.

 

Qui invece il mio editoriale prende spunto proprio dal titolo di questa splendida canzone…la musica che gira intorno, che permea la nostra vita, che ci fa ricordare momenti lieti e meno lieti, fa da contrappunto allo svolgersi della nostra esistenza.

La MUSICA quindi come elemento fondante del nostro agire, della passione che ci anima e ci porta ad ascoltare la musica ogni volta che possiamo, che ci spinge ad ascoltarla sempre al meglio e quindi a perfezionare il nostro impianto, pezzo dopo pezzo, anno dopo anno, alla ricerca di quel suono che ci appartiene, che sentiamo essere nostro.

 

E qui già dovremmo comprendere come il soggetto di tale nostra azione siamo NOI, l’impianto non è altro che un mezzo. E non può diventare il fine. Almeno non dovrebbe…

Con ciò non voglio dire che tutto è soggettivo ma che l’oggettività cede il passo alla nostra individuale soggettività.

Pensiamo ad esempio ad un musicista: lui la musica la compone, ce l’ha nella sua mente, la sviluppa e la svolge seguendo il suo percorso creativo. Nel momento in cui compone e scrive la sua musica effettua un’operazione di traduzione della “SUA” musica con una modalità che è universalmente riconosciuta e riproducibile.

Sempre uguale alla “SUA” musica quindi?

 

Neanche per sogno!

 

Ogni interprete che leggerà quello spartito riprodurrà quelle note dando a quella musica la sua anima…la sua interpretazione. D’altronde se una nota è universalmente riconosciuta come tale non si può dire lo stesso per IL TEMPO. Ascoltando diverse interpretazioni della stessa partitura è evidente a tutti che il tempo è uno degli elementi di variazione.

Ogni musicista ha delle sue caratteristiche che lo rendono in qualche modo unico: il tocco del tasto del pianoforte, la pennata di un chitarrista, l’attacco per un contrabbassista, la tensione delle pelli per un batterista…e potremmo continuare.

Un musicista è per questo un cliente molto esigente e particolare nel nostro settore. Parlando con diversi operatori, tutti riportano la stessa esperienza negativa con i musicisti: non è facile accontentarli e soprattutto è difficile che loro stessi siano anche appassionati di hifi.

Le spiegazioni sono molte ma credo che alla fine tutto si riconduca al fatto che un musicista sente la musica da un punto di ascolto molto diverso da quello di noi ascoltatori. Lui è “dentro” la musica, ne è soggetto attivo mentre noi la ascoltiamo passivamente.

Per questo quando capita di trovare un musicista che è anche appassionato di hifi non bisogna lasciarselo sfuggire! Esattamente quello che ha fatto il NOSTRO Paolo Lippe durante la prova delle ELAC BS 243.3 (a sua volta musicista per passione visto che di mestiere fa il medico) con un suo amico, il Maestro Lorenzo Bavaj, pianista di fama internazionale e accompagnatore del tenore Josè Carreras.

Durante la prova dei diffusori Paolo ha fatto ascoltare al Maestro i diffusori ELAC e quello che ne è uscito fuori lo leggerete proprio su questo numero.

Esperienza molto interessante e da replicare di sicuro quando sarà possibile (spero molto spesso).

Come dicevamo, un musicista non solo sa riconoscere il suono degli strumenti ma sa anche comprendere appieno le sfumature che rendono verosimile una riproduzione.

Proprio le stesse differenze e sfumature che possiamo ritrovare ascoltando diversi componenti hifi, ognuno con una sua anima, con delle sue caratteristiche che lo rendono unico.

Non migliore, non più preciso…differente e quindi unico.

E quello che tutti noi ricerchiamo è proprio la sfumatura di quel componente, che inserito nella nostra catena riesce a rendere il nostro impianto più vicino alle nostre aspettative, all’idea di suono che abbiamo nella nostra testa.

E’ per questo che potremmo non trovare mai il NOSTRO impianto definitivo, che questa ricerca fa parte del “gioco” ma non deve per questo diventare “IL” gioco stesso!

Non dobbiamo mai dimenticare che l’impianto è fatto per riprodurre la musica che a noi piace nel modo che a noi restituisce emozioni.

 

Lasciamo quindi che TUTTA la musica che gira intorno a noi trovi la propria collocazione nel NOSTRO impianto per portare con se quelle emozioni che ci rendono vivi e che ravvivano in noi la passione…

 

Buona musica e avanti tutta!


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