Per non dimenticare…
Somewhere over the rainbow
Way up high
And the dreams that you dreamed of
Once in a lullaby
Somewhere over the rainbow
Blue birds fly
And the dreams that you dreamed of
Dreams really do come true ooh oh
Someday I’ll wish upon a star
Wake up where the clouds are far behind me
Where trouble melts like lemon drops
High above the chimney top
That’s where you’ll find me
Oh, somewhere over the rainbow bluebirds fly
And the dream that you dare to,
Oh why, oh why can’t I?
Well I see trees of green and red roses too,
I’ll watch them bloom for me and you
And I think to myself
What a wonderful world
Well I see skies of blue
And I see clouds of white
And the brightness of day
I like the dark
And I think to myself
What a wonderful world
The colors of the rainbow so pretty in the sky
Are also on the faces of people passing by
I see friends shaking hands
Singing, “How do you do?”
They’re really singing, “I, I love you.”
I hear babies cry and I watch them grow,
They’ll learn much more than we’ll know
And I think to myself
What a wonderful world world
Someday I’ll wish upon a star
Wake up where the clouds are far behind me
Where trouble melts like lemon drops
High above the chimney top
That’s where you’ll find me
Oh, somewhere over the rainbow way up high
And the dream that you dare to, why oh, why can’t I?
Over the Rainbow
scritta da Harold Arlen con testi di E.Y. Harburg
cantata da Judy Garland per il film Il mago di Oz del 1939
Difficile scrivere qualcosa quando la tua mente è attraversata da pensieri e immagini di morte e di odio.
Non mi piace parlare di fatti che non attengono a questa rivista e quindi alla musica e alla sua riproduzione.
Eppure non posso non pensare al concerto che hanno trasmesso questa sera in televisione e che ho visto con mia figlia (io al mio Mac a lavorare e lei al mare in vacanza… eppure lei mi ha inviato un appuntamento sul calendario per non dimenticare di guardarlo insieme!).
Al di la delle considerazioni su come la nostra vita stia cambiando grazie (o per colpa) delle nuove tecnologie, quello che è stato trasmesso oggi è al contempo un concerto che ha avuto necessariamente una grande eco mediatica mondiale ma anche la manifestazione plastica di come questi “bastardi”, che si nascondono dietro a delle farneticazioni pseudo-religiose, stanno inesorabilmente modificando il nostro modo di pensare e di vivere.
Il 22 maggio un criminale si fa esplodere alla fine del concerto di Ariana Grande (idolo dei teenager) provocando 22 morti e oltre 59 feriti.
Sempre a Manchester ma 21 anni fa, l’IRA piazzava una bomba nel centro della cittadina inglese ma, a differenza di quanto è avvenuto qualche giorno fa, avvisò 90 minuti prima dell’esplosione, consentendo l’evacuazione di oltre 75.000 persone… nonostante tutto ci furono 200 feriti ma nessun morto.
Differenze storiche ma soprattutto differenze culturali tra allora e oggi.
Ieri (4 giugno N.d.R.) un altro attentato a Londra ha causato ancora morti e feriti in nome di una religione non compresa, in nome di una guerra di religione che è guerra d’odio.
Quale può essere quel dio che propone l’odio anziché l’amore, la guerra anziché la pace, il suicidio anziché la vita…
Capirete quindi che per quanto il mio intento fosse tutt’altro, non posso non pensare ai ragazzi e alle ragazze morti e feriti a Manchester solo perché erano andati ad assistere ad un concerto. Volevano vivere la musica e la loro passione appieno, come abbiamo fatto tutti noi centinaia di volte, in centinaia di concerti più o meno grandi, più o meno importanti, più o meno memorabili.
Poteva esserci mia figlia di dieci anni tra quelle ragazze uccise, straziate dalla follia di quel “bastardo” senza dio che non merita neanche di essere chiamato per nome.
Io non so se anche voi avete visto il concerto trasmesso in tutto il mondo dalla BBC. Non so se in qualche modo avete partecipato a questo evento collettivo, se avete a vostro modo ricordato le persone uccise da questa follia che viene spacciata per religione, non so come la pensiate ma quello che so è che non si può più rimanere indifferenti.
Ma cosa possiamo fare?
Io una piccola idea l’avrei: vi chiedo di ascoltare Over the Rainbow almeno una volta nei prossimi giorni sul vostro impianto. Non vi chiedo di ascoltare la versione di Ariana Grande (io l’ho ascoltata oggi in TV e… non si può ascoltare!) ma non vi mancherà l’occasione di ascoltare una delle oltre 650 cover registrate dopo quella di Judy Garland del 1939.
Tra le tante che ho trovato online vi consiglio di provare una di queste: Aretha Franklin, blink-182, Chet Baker, Deep Purple, Ella Fitzgerald, Eric Clapton (tra le mie preferite), Frank Sinatra, Glenn Miller, Israel Kamakawiwo’ole (l’interpretazione più famosa dopo quella della Garland e probabilmente la mia preferita), Mina (struggente…), Patti LaBelle, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, Placido Domingo, Ramones, Ray Charles, Sarah Vaughan, Tom Waits o Willie Nelson. Ce n’è per tutti i gusti: dal rock, al country, dal folk alla musica italiana per un classico che è stato inserito nella Grammy Hall of Fame e che, da questa sera, è noto in tutto il mondo anche a milioni di teenager che, forse, riusciranno veramente a realizzare i loro sogni.
Scrivetemi (abassanelli@fedeltadelsuono.net) quale versione avete ascoltato o quale vi è piaciuta di più e, il prossimo mese, vi dirò quale è quella più gettonata tra le tante presenti in rete.
Un piccolo gesto per non dimenticare…
Buona musica e avanti tutta!
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