FDS – Fedeltà del Suono n° 258 di giugno 2017

Per non dimenticare…

 

Somewhere over the rainbow

Way up high

And the dreams that you dreamed of

Once in a lullaby

 

Somewhere over the rainbow

Blue birds fly

And the dreams that you dreamed of

Dreams really do come true ooh oh

 

Someday I’ll wish upon a star

Wake up where the clouds are far behind me

Where trouble melts like lemon drops

High above the chimney top

That’s where you’ll find me

 

Oh, somewhere over the rainbow bluebirds fly

And the dream that you dare to,

Oh why, oh why can’t I?

 

Well I see trees of green and red roses too,

I’ll watch them bloom for me and you

And I think to myself

What a wonderful world

 

Well I see skies of blue

And I see clouds of white

And the brightness of day

I like the dark

And I think to myself

What a wonderful world

 

The colors of the rainbow so pretty in the sky

Are also on the faces of people passing by

I see friends shaking hands

Singing, “How do you do?”

They’re really singing, “I, I love you.”

 

I hear babies cry and I watch them grow,

They’ll learn much more than we’ll know

And I think to myself

What a wonderful world world

 

Someday I’ll wish upon a star

Wake up where the clouds are far behind me

Where trouble melts like lemon drops

High above the chimney top

That’s where you’ll find me

 

Oh, somewhere over the rainbow way up high

And the dream that you dare to, why oh, why can’t I?

 

Over the Rainbow

scritta da Harold Arlen con testi di E.Y. Harburg

cantata da Judy Garland per il film Il mago di Oz del 1939

 

Difficile scrivere qualcosa quando la tua mente è attraversata da pensieri e immagini di morte e di odio.

Non mi piace parlare di fatti che non attengono a questa rivista e quindi alla musica e alla sua riproduzione.

Eppure non posso non pensare al concerto che hanno trasmesso questa sera in televisione e che ho visto con mia figlia (io al mio Mac a lavorare e lei al mare in vacanza… eppure lei mi ha inviato un appuntamento sul calendario per non dimenticare di guardarlo insieme!).

Al di la delle considerazioni su come la nostra vita stia cambiando grazie (o per colpa) delle nuove tecnologie, quello che è stato trasmesso oggi è al contempo un concerto che ha avuto necessariamente una grande eco mediatica mondiale ma anche la manifestazione plastica di come questi “bastardi”, che si nascondono dietro a delle farneticazioni pseudo-religiose, stanno inesorabilmente modificando il nostro modo di pensare e di vivere.

Il 22 maggio un criminale si fa esplodere alla fine del concerto di Ariana Grande (idolo dei teenager) provocando 22 morti e oltre 59 feriti.

Sempre a Manchester ma 21 anni fa, l’IRA piazzava una bomba nel centro della cittadina inglese ma, a differenza di quanto è avvenuto qualche giorno fa, avvisò 90 minuti prima dell’esplosione, consentendo l’evacuazione di oltre 75.000 persone… nonostante tutto ci furono 200 feriti ma nessun morto.

Differenze storiche ma soprattutto differenze culturali tra allora e oggi.

Ieri (4 giugno N.d.R.) un altro attentato a Londra ha causato ancora morti e feriti in nome di una religione non compresa, in nome di una guerra di religione che è guerra d’odio.

Quale può essere quel dio che propone l’odio anziché l’amore, la guerra anziché la pace, il suicidio anziché la vita…

Capirete quindi che per quanto il mio intento fosse tutt’altro, non posso non pensare ai ragazzi e alle ragazze morti e feriti a Manchester solo perché erano andati ad assistere ad un concerto. Volevano vivere la musica e la loro passione appieno, come abbiamo fatto tutti noi centinaia di volte, in centinaia di concerti più o meno grandi, più o meno importanti, più o meno memorabili.

Poteva esserci mia figlia di dieci anni tra quelle ragazze uccise, straziate dalla follia di quel “bastardo” senza dio che non merita neanche di essere chiamato per nome.

Io non so se anche voi avete visto il concerto trasmesso in tutto il mondo dalla BBC. Non so se in qualche modo avete partecipato a questo evento collettivo, se avete a vostro modo ricordato le persone uccise da questa follia che viene spacciata per religione, non so come la pensiate ma quello che so è che non si può più rimanere indifferenti.

Ma cosa possiamo fare?

Io una piccola idea l’avrei: vi chiedo di ascoltare Over the Rainbow almeno una volta nei prossimi giorni sul vostro impianto. Non vi chiedo di ascoltare la versione di Ariana Grande (io l’ho ascoltata oggi in TV e… non si può ascoltare!) ma non vi mancherà l’occasione di ascoltare una delle oltre 650 cover registrate dopo quella di Judy Garland del 1939.

Tra le tante che ho trovato online vi consiglio di provare una di queste: Aretha Franklin, blink-182, Chet Baker, Deep Purple, Ella Fitzgerald, Eric Clapton (tra le mie preferite), Frank Sinatra, Glenn Miller, Israel Kamakawiwo’ole (l’interpretazione più famosa dopo quella della Garland e probabilmente la mia preferita), Mina (struggente…), Patti LaBelle, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, Placido Domingo, Ramones, Ray Charles, Sarah Vaughan, Tom Waits o Willie Nelson. Ce n’è per tutti i gusti: dal rock, al country, dal folk alla musica italiana per un classico che è stato inserito nella Grammy Hall of Fame e che, da questa sera, è noto in tutto il mondo anche a milioni di teenager che, forse, riusciranno veramente a realizzare i loro sogni.

 

Scrivetemi (abassanelli@fedeltadelsuono.net) quale versione avete ascoltato o quale vi è piaciuta di più e, il prossimo mese, vi dirò quale è quella più gettonata tra le tante presenti in rete.

Un piccolo gesto per non dimenticare…

 

Buona musica e avanti tutta!


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