Ancora prima dell’uscita ufficiale, prevista il 9 novembre, sarà possibile ascoltare il progetto dal vivo il 19 ottobre a Firenze, in Sala Vanni a Piazza del Carmine, per Musicus Concentus, e il giorno successivo, sabato 20 ottobre, al Torrione Jazz Club di Ferrara.
Come quando si spargono tutti gli appunti sul tavolo prima di tirare le somme di un lavoro intenso, Beppe Scardino ha rovesciato nel suo nuovo disco “BS10 – Live in Pisa” gli elementi importanti di questi anni di carriera, circondandosi di un alto numero di fidati colleghi che gli permettesse di estendere al massimo lo spazio sonoro a disposizione. Il nuovo album, in uscita a novembre per Auand Records, è un progetto ambizioso, perché attraverso l’espansione il sassofonista punta in realtà a una sintesi, come spiega lui stesso: «Cercavo una sintesi di quello che mi è passato addosso negli anni, dal rock al jazz. Ma anche un’antitesi tra acustico ed elettrico/elettronico. Mi esaltava l’idea delle possibilità di sei fiati. Volevo scrivere molto, dando comunque spazio ai musicisti: privilegiare i momenti di improvvisazione collettiva e lasciare anche momenti solistici per tutti».
Per un’impresa come questa non avrebbe potuto essere sufficiente una generosa dose di scrittura: occorrevano anche tutto l’estro e la tecnica di colleghi come Dan Kinzelmann (sax tenore, clarinetto basso), Piero Bittolo Bon (sax alto, clarinetto basso), Mirko Cisilino (tromba), Mirco Rubegni (tromba), Glauco Benedetti (tuba), Gabrio Baldacci (chitarra), Simone Graziano(Fender Rhodes, synth), Gabriele Evangelista (contrabbasso) e Daniele Paoletti (batteria e batteria elettronica, effetti), oltre ovviamente al sax baritono e al clarinetto basso di Beppe Scardino, che ha firmato tutte le composizioni. Mancava solo un’occasione, arrivata grazie a Francesco Mariotti di Pisa Jazz, che ha creduto nel progetto e offerto il suo sostegno per la realizzazione dell’album, registrato dal vivo durante il festival toscano nel 2017.
Il risultato è una pasta sonora estremamente varia: parti quasi orchestrali e muri di suono, scatti rumoristici e momenti swinganti, tributi ideali a giganti musicali e sportivi, ma sempre con una linea guida: anche quando il magma sonoro si fa più denso, rimane comunque distante dal free. «Ho composto alcuni brani appositamente per questo gruppo, altri erano brani inediti degli ultimi due o tre anni. Anche se potrebbe non sembrare – aggiunge Scardino – tutti i pezzi hanno una traccia, un’idea su cui improvvisare: ci sono giri armonici, riff, o anche solo una nota (per esempio il re bemolle, la nota più bassa del sax baritono, che giace per tutta la durata di “Tre”). ».
Lo spettro cromatico del tentetto viene fuori già ampiamente nella traccia di apertura, “Agosto14”, passa per la scanzonata “One For KD” e attraversa “Tre”, forse il brano più dark del progetto. «Ci sono alcune combinazioni strumentali che volevo da tempo provare: in generale una sezione ritmica elettroacustica/elettronica contrapposta a un’ampia sezione fiati. Ma anche la doppia tromba e la tuba, i tre clarinetti bassi insieme, e ancora la batteria elettronica e i fiati. In molte parti ho immaginato di scrivere musica per un film di fantascienza (chi non lo ha fatto, del resto?), e penso che questa ispirazione si senta. Sono molto fiero di un brano meno sci-fi che ho dedicato al giocatore NBA Kevin Durant: me lo sono figurato mentro palleggia tra gli avversari e ho pensato a una musica al ritmo del pallone da basket che rimbalza sul parquet. Non poteva che essere un brano veloce e non poco arzigogolato: il brano più difficile, ci ha dato non poche gatte da pelare». E se il tentetto ha accettato questa e le altre sfide del progetto, più in generale, conclude Scardino, «sono contento del fatto che questa musica, piaccia o no, mi rappresenti».
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