Ciao Bebo… da Fedeltà del Suono
Il dolore fisico e quello morale, la malattia, l’età, la lucidità e l‘oscena constatazione dello specchio, non ti esimono purtroppo dalla capacità di amare, sognare, svegliarti. La coscienza e il sogno sono amanti violenti e inseparabili.
BEBO MORONI
[parlato]
Vorrei essere libero, libero come un uomo
Vorrei essere libero come un uomo
Come un uomo appena nato
Che ha di fronte solamente la natura
E cammina dentro un bosco
Con la gioia di inseguire un’avventura
Sempre libero e vitale
Fa l’amore come fosse un animale
Incosciente come un uomo
Compiaciuto della propria libertà
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione
[parlato]
Vorrei essere libero, libero come un uomo
Come un uomo che ha bisogno
Di spaziare con la propria fantasia
E che trova questo spazio
Solamente nella sua democrazia
Che ha il diritto di votare
E che passa la sua vita a delegare
E nel farsi comandare
Ha trovato la sua nuova libertà
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche avere un’opinione
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione
Vorrei essere libero, libero come un uomo
Come l’uomo più evoluto
Che si innalza con la propria intelligenza
E che sfida la natura
Con la forza incontrastata della scienza
Con addosso l’entusiasmo
Di spaziare senza limiti nel cosmo
E convinto che la forza del pensiero
Sia la sola libertà
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche un gesto o un’invenzione
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione
ALBUM: Dialogo tra un Impegnato e un Non So
ARTISTA: Giorgio Gaber
ANNO: 1972
All’inizio dell’estate ricevo una telefonata… era un po’ che non ci sentivamo, anche se ci sentivamo spesso.
Aveva sempre qualche idea nuova, qualche business da propormi, quale nuova idea editoriale da realizzare.
Bebo era così, sempre a pensare nuove cose da fare perché non poteva stare fermo, doveva fare qualcosa per continuare ad essere LIBERO.
L’essere LIBERI era l’aspirazione che ci ha sempre avvicinati e ci ha sempre fatti sentire simili nella diversità.
Spesso mi chiamava per commentare un mio post su Facebook, per dirmi di fare attenzione perché il mio “espormi” alla fine lo avrei pagato come lo aveva pagato lui. Alle volte ci si sentiva anche solo per sapere come stavamo, lui che mi chiedeva di Gian Marco (Spiderman lo chiamava per via di quel pupazzo che da bambino portò sul palco di Percorsi Sonori!!) e di Maria Giulia e io che gli domandavo di Paolino che era il suo amore più grande.
Questa volta però la telefonata era diversa dal solito. Era preoccupato per i dolori e per la malattia che prima aveva colpito me e ora lui.
Bebo fu uno dei pochi che mi chiamò appena seppe del mio carcinoma… questo nostro mondo è fatto così: pieno di ipocriti e irriconoscenti che dopo averti sfruttato e aver vissuto nella tua ombra, pensano di poter vedere la luce del sole senza però aver fatto i conti con le conseguenze.
Bebo lo conosceva bene questo mondo e sapeva che non doveva aspettarsi nulla e infatti nulla si aspettava, anzi…
Quella telefonata fu per me un colpo al cuore. La sua forza, la sua ironia e caustica dissacrazione lasciavano il passo ad una difficoltà nel respirare, a un’ansia percepita e acuita dal dolore che provava. Ci siamo parlati a lungo senza mai scendere le scale del pietismo ma senza mai però affrontare direttamente l’argomento. Non serviva.
Da allora ci siamo sentiti spesso, anche solo per esorcizzare quello che lui sapeva e io avevo chiaramente percepito… e proprio per questo si parlava di progetti, di nuove iniziative, di fondare nuove riviste (digitali diceva lui, cartacee dicevo io) e di provare a cambiare le regole di questo mondo… lui che le regole di questo mondo le aveva scritte, lui che questo mondo lo aveva plasmato e dominato fino a diventarne vittima. Vittima del suo stessi sistema di regole di scrittura che ha rappresentato l’ALFA e l’OMEGA di questo mercato editoriale.
Bebo l’ho conosciuto di persona nel 2005 quando prima allontanai il vecchio direttore e fondatore di Fedeltà del Suono e scelsi il nuovo direttore che “volle fortissimamente” Bebo Moroni come autore di punta della nuova rifondazione. Lo stesso poi che qualche anno dopo lo volle allontanare… questioni di ombre…
L’ultima telefonata ce la siamo fatta qualche settimana fa. Telefonata difficile terminata con un “ti richiamo quando finisco il giro delle fiere, dopo Padova”. Non ho fatto in tempo e me ne rammarico molto… il 29 novembre volevo chiamarti poi, come spesso ci accade, duemila cose da fare hanno messo quella telefonata in secondo piano… e per Sant’Andrea te ne sei andato…
Ciao Bebo…
“È nella malattia che ci rendiamo conto di non vivere soli, ma incatenati a un essere appartenente a un regno diverso, dal quale ci separano abissi, che non ci conosce e dal quale è impossibile farci capire: il nostro corpo.”
Marcel Proust
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Ciao Bebo…
di Andrea Bassanelli
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