FEDELTÀ DEL SUONO #338 – MAGGIO 2024 – TEMPO…
Tempo…
Mi considerano pazzo perché non voglio vendere i miei giorni in cambio di oro.
E io li giudico pazzi perché pensano che i miei giorni abbiano un prezzo.
KHALIL GIBRAN
TIME
[Part I: Time]
ticking clocks
clocks ringing
[Instrumental Intro]
[Verse 1: David Gilmour]
Ticking away
The moments that make up a dull day
You fritter and waste the hours
In an offhand way
Kicking around on a piece of ground
In your hometown
Waiting for someone
Or something to show you the way
Tired of lying in the sunshine
Staying home to watch the rain
You are young and life is long
And there is time to kill today
And then one day you find
Ten years have got behind you
No one told you when to run
You missed the starting gun
[Guitar Solo]
[Verse 2: David Gilmour]
And you run, and you run
To catch up with the sun, but it’s sinking
And racing around
To come up behind you again
The sun is the same in a relative way
But you’re older
Shorter of breath
And one day closer to death
[Chorus: Richard Wright]
Every year is getting shorter
Never seem to find the time
Plans that either come to naught
Or half a page of scribbled lines
Hanging on in quiet desperation
Is the English way
The time is gone, the song is over
Thought I’d something more to say
[Part II: Breathe (In the Air) (Reprise)]
[Outro: David Gilmour]
Home, home again
I like to be here when I can
When I come home cold and tired
It’s good to warm my bones beside the fire
Far away across the field
The tolling of the iron bell
Calls the faithful to their knees
To hear the softly spoken magic spells
ALBUM: The dark side of the moon
ARTISTA: Pink Floyd
ANNO: 1973
Continuiamo a parlare di tempo… il tempo che passa, il tempo che scandisce le nostre Vite, il tempo che ci regala attimi di gioia o di tristezza, il tempo che regola la Musica che ci accompagna quotidianamente…
Il tempo è la misura di ogni cosa che ci circonda.
Senza il giusto TEMPO la musica non esisterebbe, non come noi la pensiamo e la apprezziamo da millenni.
Pitagora fu il primo a dare un senso matematico alla musica, alla vibrazione che si generava dal pizzicare una corda tesa di una certa dimensione. Scoprendo poi che dimezzando la lunghezza della corda e pizzicando ancora la stessa corda, il suono ottenuto era si un nuovo suono ma armonicamente legato al precedente… scoprì quello che noi oggi definiamo intervallo di ottava. Non contento continuò a giocare con quel monocordo, dividendolo per tre e poi per quattro… non sto qui a descrivervi che cosa scoprì perché lo sappiamo tutti! Quel giorno nacque la MUSICA, intesa come insieme di note in rapporto armonico le une con le altre… 1, 2, 3, 4… ottava, quinta e quarta… la scala diatonica che, ancora oggi dopo quasi tremila anni, noi utilizziamo.
Eppure queste note, queste frequenze, non ci regalerebbero la musica per come noi la conosciamo senza un’altra variabile fondamentale: il TEMPO!
Senza il tempo a legare una nota con l’altra, oggi non avremmo il rock, la musica classica, il blues, il tango e ogni altra forma di musica che possiamo immaginare.
Perché parlo ancora di tempo?
Forse perché avendo da poco compiuto 59 anni, mi accorgo che il tempo che deve venire è sempre meno di quello che è già trascorso. Forse perché, leggendo I DECALOGHI di Lorenzo Zen di questo mese, mi accorgo di come, alle volte, non basta tutto il tempo del mondo per cercare di far capire cose a chi NON VUOLE CAPIRLE.
Lorenzo continua da TEMPO a scrivere di MUSICA, di SUONO, di come questo sia la PERCEZIONE di un evento e non già l’evento stesso e che quindi, in quanto tale, è ASSOLUTAMENTE SOGGETTIVO.
Il SUONO dipende dall’ascoltatore, da chi ha il TEMPO e il MODO di ascoltare quel SUONO che altrimenti andrebbe “perso nel tempo, come lacrime nella pioggia” come dice Roy Batty (interpretato da un magistrale Rutger Hauer in Blade Runner).
In quel film i replicanti, macchine senzienti ma pur sempre macchine (come l’IA di cui sempre Lorenzo Zen parla questo mese) riuscivano a comprendere ciò che noi umani andavamo perdendo, stiamo perdendo: il senso del TEMPO che scorre, l’importanza del TEMPO, di ogni MOMENTO, di quel TEMPO che non può essere perduto perché non ritornerà mai più…
E allora, sempre leggendo ciò che continua a dirci Lorenzo, vox clamntis in deserto, mi viene da pensare che la stupidità umana alle volte è veramente infinita.
Che è assolutamente vero che non esiste peggior sordo di chi non vuol sentire (in questo caso mai proverbio è più calzante!) e che forse ha pienamente ragione un comico italiano, purtroppo poco apprezzato, Daniele Luttazzi, quando sentenzia: “Davvero una vita non basta: così poco tempo e così tanti coglioni da mandare a…”!
A buon intenditore, poche parole.
Scrivetemi cosa ne pensate, come sempre in piena libertà…
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Andrea Bassanelli
Tempo…
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