La maggior parte dei non audiofili considerano ancora gli amplificatori valvolari come relitti di un’epoca passata, qualcosa da relegare in un museo. Se queste persone dovessero assistere a eventi come il Taves o il RMAF, sarebbero sicuramente sorpresi di vedere che molti produttori di altoparlanti utilizzano i valvolari piuttosto che amplificatori a stato solido per dare prova delle loro casse ai visitatori. Questo è un grande riconoscimento alle performance degli amplificatori a valvole ben progettati, spesso i migliori disponibili oggi sul mercato. Anche i più scettici, non potranno non rilevare il calore e la seducente morbidezza del suono che questi dispositivi dall’aspetto vintage sono in grado di riprodurre, e che è molto difficile da ottenere da amplificatori a stato solido anche di ottima qualità. Questo è il motivo per cui così tanti appassionati di audio stanno ora gravitando verso amplificatori valvolari, nonostante il fastidio e la spesa di dover cambiare le valvole periodicamente.
Un aspetto poco chiaro sugli amplificatori a valvole è il modo in cui calibrare la loro potenza. Ad esempio, un amplificatore a valvole da 50 watt, probabilmente piloterà i diffusori agli stessi livelli di volume di un amplificatore a stato solido da 100 o anche 120 watt.Gli amplificatori a valvoletendono anche a essere meno tolleranti nei confronti delle fluttuazioni dell’impedenza dei diffusori, rispetto agli amplificatori a stato solido. In molti casi, un amplificatore a stato solido raddoppierà la sua potenza agli altoparlanti quando l’impedenza viene dimezzata. Questo non è sempre il caso degli amplificatori valvolari, pertanto si deve essere molto più attenti ad abbinare gli amplificatori valvolari con gli altoparlanti, soprattutto se si hanno, o si ha intenzionedi acquistare, diffusori con proprietà di impedenza molto variabili.
Gli amplificatori a valvole rientrano principalmente in due categorie, single ended o push pull. Vediamo la differenza tra i due.
Con una configurazione single ended si dispone di una valvola di potenza per canale, di solito un triodo. Amplificatori con questa configurazione sono solitamente modelli con alimentazione relativamente bassa e devono essere abbinato a diffusori ad altissima efficienza per compensare la bassa potenza di uscita. Questi amplificatori tendono a rendere un suono molto dolce e piacevole per l’orecchio e offrono agli appassionati il suono ‘autentico’ delle valvole. Un disegnosingle ended potrebbe anche usare varie valvole per canale collegate in modalità parallela. Questa configurazione è nota come design single-ended parallelo e viene utilizzato per ottenere più potenza di uscita per canale.
Nella configurazione push-pull, sono impiegate due valvole per canale, raddoppiando così la potenza di uscita dell’amplificatore. Questo progetto tende a utilizzare tetrodi o pentodi. La caratteristica di amplificatori a valvole che impiegano questo disegno, è ancora un suono dolce e morbido, offrendo in più il vantaggio di maggior potenza di uscita, in modo da renderli compatibili con una più ampia gamma di diffusori.
Alcuni fan irriducibili degli amplificatori valvolari single ended sono fermamente convinti che la progettazione push-pull non offra una qualità del suono altrettanto buona: vi consigliamo di lasciare alle vostre orecchie l’ardua sentenza.
La maggior parte degli amplificatori a valvole rientrano in una classe di configurazione A o AB. Generalmente, la maggior parte dei triodi di potenza lavorano in classe A: in questa configurazione, la maggior parte dell’energia dell’amplificatore viene dissipata in calore e la potenza di uscita è relativamente bassa. La qualità del suono di questa classe è molto alta, ma produce molto calore.
Un design tipico di un amplificatore in classe A consuma un sacco di energia elettrica e genera abbastanza calore da costringervi ad alzare il vostro condizionatore d’aria, ma il suono di questa configurazione, se ben implementato, è sublime. Una classe più comune agli amplificatori a valvole è AB. In questa configurazione il design è più efficiente e fa un migliore utilizzo dell’energia elettrica consumata. Ciò significa che la maggior parte della corrente elettrica si trasforma in energia che viene inviata agli altoparlanti: di contro, il suono potrebbe non essere così raffinato come con una configurazione di pura classe A.
Se state solo tastando il terreno per quanto riguarda gli amplificatori valvolari, vorremmo suggerirvi di optare per un push-pull con circa 40 watt di potenza di uscita, approssimativamente uguale alla potenza di uscita di un amplificatore a stato solido con 70-90 watt di potenza; se disponete di altoparlanti che sono relativamente efficienti (migliori di 89 dB di sensibilità), dovrebbero fornirvi tanta potenza da far tremare le finestre.
Una delle parti fondamentali di qualsiasi amplificatore valvolare è il suo trasformatore di uscita: esso svolge un ruolo molto importante nel determinare la qualità finale del suono. Quando acquistate un amplificatore a valvole, assicuratevi che utilizzi un trasformatore di uscita di alta qualità.
Alcuni dei marchi migliori di trasformatori di uscita sono Hammond, Bartolucci, Sowther, UTC, One Electron, Magnequest, Tamura, Lundahl e Electra Print. In alcuni casi, i produttori di amplificatori valvolari progettano e costruiscono in proprio i trasformatori di uscita, o li progettano fornendo poi le specifiche tecniche a un produttore terzo.
Quando ascoltate un amplificatore a valvole, toccate leggermente il trasformatore d’uscita dopo circa 30 minuti di ascolto. Se è troppo caldo al tatto, potrebbe significare che sta lavorando sotto stress, il che potrebbe ridurre la durata del trasformatore. È importante che il vostro amplificatore a valvole abbia un trasformatore di potenza di alta qualità: anche questo dovrebbe funzionare senza essere troppo caldo. Alcune delle migliori marche utilizzano un trasformatore di alimentazione sovradimensionato, in modo che non arrivi mai al limite durante il funzionamento, prolungandone così la vita.
Che cosa si devecercare all’interno di un amplificatore a valvole? Prima di tutto, siate molto attenti a dove mettete le mani, in quanto vi sono tensioni pericolose, se non addirittura letali, all’interno dell’amplificatore; quindi, verificate i termini e le condizioni della garanzia del produttore, perché in molti casi, aprendo l’amplificatore, potreste invalidarla. Se si è disposti, e in grado, di guardare dentro l’amplificatore valvolare, ecco a cosa prestare attenzione. Idealmente, i circuiti devono essere cablati e saldati da un punto all’altro, piuttosto che il più comune edeconomico utilizzo dei circuiti stampati. Se scoprite che i tubi sono saldati a un circuito stampato, potrebbe essere meglio cercare un altro modello.Non ci sonomolte parti negli ampli a valvole, fondamentalmente resistenze e condensatori, ma questi devono essere di buona qualità e di un marchio affidabile. Alcuni dei marchi di alta qualità di cui vi potete fidare sono Duelund, Holco, Wima, Sprague, Hovland, Jensen, Alpi, Noble, Cardas e Kimber. Quando provate un amplificatore valvolare, cercate modelli che abbiano un suono dolce e morbido che si ascolta senza stancarsi mai, tanto che, anche dopo un’ora, lascia l’acquolina in bocca.
A differenza degli amplificatori a stato solido, è possibile regolare il suono di molti amplificatori valvolari passando a un diverso modello di valvola: l’operazione è semplice come cambiare una lampadina, mentre con gli amplificatori a stato solido è molto più difficile cambiare transistor e altri dispositivi, perché avrete bisogno di un saldatore e un po’ di esperienza. In generale, gli amplificatori a stato solido tendono a essere migliori rispetto ai loro omologhi valvolari quando si tratta di dinamica e controllo delle note basse, ma amplificatori a valvole ben progettati sono in genere superiori nel riprodurre i suoni intermedi che compongono la maggior parte della musica.
Esaminiamo ora alcuni dei miti che circondano gli amplificatori valvolari. La percezione generale è che gli amplificatori valvolari siano più difficili da mantenere rispetto ai loro omologhi a stato solido. Questo non è necessariamente vero. Tutto ciò che serve è un panno morbido e preferibilmente di cotone per mantenere un amplificatore a valvole libero dalla polvere: essa, infatti, ne riduce la potenza e quindi la pulizia periodica è raccomandata.
Si ritiene anche che le valvole siano difficili da maneggiare. Anche questo è un mito, anche se si consiglia di usare un paio di guanti per evitare che il grasso delle dita si depositi sulle valvole, compromettendone le prestazioni.
È vero che gli amplificatori valvolari sono più esigenti nei confronti dei diffusori di quanto non siano gli amplificatori a stato solido. Tuttavia, se il vostro amplificatore valvolare emette più di 40 watt per canale e avete altoparlanti che hanno una sensibilità superiore alla media (oltre 89 dB) dovreste essere a posto.
A parità di condizioni, di solito è più conveniente costruire un potente (oltre 100 watt per canale) amplificatore a stato solido di un amplificatore a valvole con la stessa uscita. Sulla carta, in generale, gli amplificatori valvolari tendono ad avere uscite più basse rispetto ad amplificatori a stato solido di prezzo equivalente. Tuttavia, non prendete tali dati per il loro valore nominale. È necessario ascoltare attentamente gli amplificatori e lasciare che le vostre orecchie vi dicano se i modelli che state prendendo in considerazione, hanno la potenza richiesta per le vostre esigenze.
Vi è anche la percezione comune che le valvole siano più difficili da trovare rispetto ai transistor. Questo può essere vero per alcuni modelli di valvole, ma i modelli più comunemente usati come l’E34L sono ampiamente disponibili. Per migliorare le prestazioni, le valvole utilizzate devono essere abbinate in coppie per ciascuno dei due canali stereo. Molti produttori di amplificatore a valvole offrono ai clienti coppie già abbinate da sostituire quando necessario. Questo servizio può costare di più, ma ne vale la pena, perché consente di ottimizzare le prestazioni dell’amplificatore.
Un’altra convinzione piuttosto diffusa è che le valvole hanno bisogno di riscaldarsi per circa 30 minuti prima di suonare al meglio, mentre gli amplificatori allo stato solido suonano bene con soli 5/10 minuti di tempo di riscaldamento. Questo è vero, e anche se potrebbe essere una seccatura, è consigliabile lasciare che un amplificatore a valvole si riscaldi almeno 20 minuti prima di iniziare l’ascolto critico. È opinione diffusa che gli amplificatori ibridi, tubi e stato solido, siano un buon compromesso. Questo varia caso per caso e dovrete ascoltare e confrontare ibridi con valvolari puri per decidere ciò che è meglio per voi.
È falso che gli amplificatori valvolari siano costosi. Proprio come quelli a stato solido, gli amplificatori valvolari sono disponibili in una vasta gamma di prezzi e potreste sorprendervi nel constatare che alcuni dei modelli più abbordabili offrano performance migliori, rispetto ad amplificatori a stato solido di costi equivalenti. Molti audiofili preferiscono acquistare amplificatori valvolari classici realizzati nel secolo scorso, in quanto ritengono che suonino meglio delle loro controparti moderne. Mentre questo può essere vero in alcuni casi, l’aspetto negativo di acquistare modelli classici è che essi possono essere progettati per utilizzare valvole che non sono più in produzione e quindi può essere difficile procurarsene quando è il momento di sostituirle.
In conclusione: non abbiate paura di approcciarvi al magico mondo delle valvole. Come molti audiofili di oggi che hanno compiuto questa scelta, anche voi potreste esserne felici.
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salve,ho letto,e condivido in buona parte,il tutto,forse,si potrebbe approfondire il tema delle valvole,tra tubi di nuova produzione,e NOS,effettivamente si puo stravolgere il suono di un amplificatore,nn sempre in meglio,e,obiettivamente,nn è facile,il tema che piu mi interessa è quello dei trasformatori di uscita,avete citato molti marchi,nell articolo,il problema,è…x un utente,nn laureato in elettronica,là dove il produttore-nel mio caso -audio research-dichiara che si tratta di un finale che lavora in push-pull-classe ab -1,e nn precisa se a pendoto-ultralineare,o altro,come può un utente cercare dei trasformatori di uscita alternativi? x precisazione il mio è un D115 MKII,e nn suona affatto bene,x me,ovviamente,suona sporco,per niente dolce,potente,si,ma con scarsa,molto scarsa,trasparenza,e ci ho messo valvole…sul driver….CCA TELEFUNKEN,CCA SIEMENS,E188CC MULLARD-VALVO-DARIO MINIWATT,e nn ho ottenuto risultati soddisfacienti,ho provato tutte le conbinazioni possibili. un utente-normale-non ingegnere elettronico-come puo risolvere un problema di questo tipo?a parte….metterlo in vendita,come ho fatto io,che alla fine,nn è altro che una resa incondizionata,con l intenzione di liberarmi da tutti i conponenti a valvole del mio sistema. il mio pensiero è…se un prodotto nn esce corretto dal produttore,un utente-generico-nn vi può far quel gra che,tengo a precisare…che il mio lavoro nn consiste nel crearmi un impianto ad alta fedeltà,io faccio altro x mestiere,nn posso dedicare un tempo-e soldi-illimitato…x godermi un po di buona musica.sarebbe bello trovare in rete descrizioni,nel limite del possibile,del suono,nn solo dei prodotti in commercio,ma anche dei conponenti,nel caso mio,nn solo valvole,anche dei ,eventuali benefici che possono dare dei trasf.di uscita alternativi,visto che incidono molto sul suono.grazie
Stevens non preoccuparti buttati nel modn dell’usato sta alla larga dalle cineserie e vedrai che priama o poi trovi qualcosa , io ho un Conrad Jhonson che negli anni 80 costava 8 milioni delle vecchie lire , per due soldi ho rinnovato il parco valvole ed ora va quasi come nuovo con una qualita’ che neppure uno stato solido esoterico da 40 mila euro puo avvicinare e lo pagato 1500 euretti senza un graffio mono proprieta’ , fortuna e un pizzico di pazienza
Salve! trovo alquanto strano che un audio research sia così inascoltabile! Non è che il problema magari va ricercato negli interfacciamenti? Valuta bene sorgente, cavi ampli diffusori ambiente! Altre persone appassionate a cui ai fatto ascoltare l impianto cosa dicono?