Finché possiamo dire: “questo è il peggio”,
vuol dire che il peggio ancora può venire.
William Shakespeare
Siamo arrivati al giorno del giudizio o, come lo chiama il presidente degli Stati Uniti d’America, il “Liberation Day”: ecco i nuovi dazi che l’America imporrà su numerosi beni venduti dall’Europa (e non solo) in America.
Domani 2 Aprile l’America di Donald Trump ha deciso di imporre dazi sulle merci di importazione dell’ordine del 15%, con punte del 25% su acciaio, alluminio, automobili e componentistica automotive.
Sono giorni che le Borse di tutto il mondo sono altalenanti pur se in un trend in continua crescita, almeno a vedere la nostra Borsa di Milano. Infatti dal 4 novembre, giorno dell’insediamento di Trump la Borsa di Milano (FTSE MIB) ha registrato un +11,67% mentre nello stesso periodi il Dow Jones ha segnato un -0,53%.
Che cosa vuol dire tutto questo?
Che l’economia americana non sta attraversando un grande momento di crescita (praticamente ferma in circa 6 mesi) mentre l’economia italiana ed europea in generale cresce, l’Italia più degli altri paesi!
Ecco quindi che l’idea di Trump di mettere dei dazi per le importazioni di beni in America, da un certo punto di vista, potrebbe essere interessante per una economia in difficoltà, al netto di tutti i problemi che in queste settimane abbiamo cominciato a comprendere… i dazi non sono mai una buona cosa ne aiutano a salvare alcuni mercati particolari.
Eppure Trump sembra assolutamente convinto delle sue scelte e deciso a “chiudere” il mercato americano in una sorta di autarchia del nuovo millennio che non si sa bene che cosa produrrà.
Di certo che produce in Italia ed esporta in America e chi importa in Italia prodotti dall’America non sta vivendo sonni tranquilli e a pagarne siamo noi clienti finali e anche noi di questo settore!
Infatti alcune aziende che lavorano con gli USA stanno in queste ultime settimane alla finestra in attesa di capire le vere mosse americane e le contromosse europee, perché è evidente che ai dazi americani, l’Europa risponderà con analoghe situazioni!
Ed è così che anche questo mercato dell’HI-FI , ormai sempre più piccolo, è entrato nuovamente in crisi, con operatori che hanno deciso di interrompere importazioni e/o produzioni ma anche di ridurre se non interrompere del tutto gli investimenti in pubblicità e altro!
Ecco perché troverete questo numero ridotto di 16 pagine. Abbiamo cercato di ridurre tutto quello che potevamo ridurre senza compromettere di UNA VIRGOLA i testi dei nostri articoli: abbiamo tagliato qui, tolto un po’ di pubblicità che regalavamo ad associazioni, rimpicciolito alcune foto… ma non abbiamo tagliato NULLA degli articoli che avete sempre trovato.
Provare per credere!
Ora noi speriamo che la situazione cambi verso il bello al più presto, ovviamente, ma non avendo sovvenzioni dallo Stato e dovendo quindi pagare tutto di tasca nostra, non potevamo far altro che tagliare DOVE POTEVAMO.
Sono certo che alcuni di voi si lamenteranno, giustamente, ma vi invito a fare un semplice ragionamento: noi siamo certi che voi che ci comprate e ci leggete da anni, lo fate per la qualità dei nostri articoli e per la passione che mettiamo nel fare il nostro lavoro, con tutti i limiti che abbiamo, necessariamente. Spero che voi abbiate apprezzato in tutti questi anni la mia/nostra volontà di non mollare e di continuare a darvi un prodotto sempre interessante, puntuale e, spero, utile!
Io ce l’ho messa tutta e ce la metto tutta, grazie a voi che ci sostenete, agli sponsor che continuano a credere in noi e a tutti i miei collaboratori che hanno vissuto con me momenti difficili come i tanti che abbiamo già vissuto e quelli che sicuramente ancora verranno… purtroppo.
Come dice un antico detto: proprio quando pensi che le cose non possano andare peggio, lo faranno.
Scrivetemi cosa ne pensate, come sempre in piena libertà…
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